La nostra pubblicazione “Napoli e il vino”, che non vuole essere un testo scientifico, è stata organizzata in maniera tale che il lettore possa comprendere che per produrre un vino di qualità vi è un percorso nel quale, dalla vite al tavolo, vi sono procedure a cui normalmente un contadino non assolve e quindi non è in grado di garantire nel tempo, sia dal punto di vista igienico-sanitario che nella sostanza, il mantenimento dei requisiti per essere considerato un vino di qualità.
Qualcuno potrebbe chiederci: Perché è stato dato il titolo alla pubblicazione “Napoli e il vino”? La risposta sta proprio nel fatto che quando si parla dei vini campani, i vini prodotti nella provincia di Napoli hanno sempre un rilievo minore rispetto a quelli prodotti in altre province, in particolare in Irpinia per l’eccellente produzione del Taurasi, Greco di Tufo e del Fiano.
Abbiamo voluto così evidenziare che anche i vini della provincia di Napoli hanno una storia e caratteristiche particolari tali da renderli di grande interesse tra i consumatori sul territorio nazionale ed estero.
Occorrerebbe però un maggiore sostegno da parte delle istituzioni pubbliche alle aziende vinicole, in particolare a quelle che coltivano direttamente le viti sul proprio territorio, fermando con adeguate normative lo scempio che viene effettuato nell’ambiente e la delittuosa riduzione di spazi agricoli a
vantaggio di strutture speculative o di presunte attività turistiche.
L’ADOC Napoli e Campania non può che essere vicino alle aziende agricole-vinicole nella speranza che si possano tutelare i prodotti autentici legati al proprio territorio e non quelli derivati dagli Organismi Geneticamente Modificati (OGM).
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