La Città non è un Bene di Consumo recita il Manifesto per la città di Napoli e la vivibilità cittadina.
Napoli subisce sempre più il crescente sviluppo di attività produttive ed economiche, come bar, baretti e locali, che si trasformano poi in discoteche, molto spesso illegalmente e abusando del suolo pubblico.
Questo fenomeno porta alla violazione delle regole di normale e civile convivenza ed inoltre mette a rischio la sicurezza e la salute della città.
Oggi, lunedì 7 maggio, a Napoli si è svolto l’incontro tra il Comitato per la Quiete pubblica e le Associazioni dei Consumatori, per chiedere un’ordinanza più severa rispetto all’ordinanza in vigore.
L’ordinanza deve essere allargata e deve mettere in atto sanzioni più severe, ma anche premiare i virtuosi, queste le proposte del Comitato al Comune.
Il Comitato per la Qiuete Pubblica Napoletana e la Vivibilità Cittadina si è rivolto alle istituzioni, locali e dello Stato, per ottenere i provvedimenti per fermare ed eliminare l’illegalità e l’abusivismo che stanno rendendo la città partenopea sempre più insicura e invivibile.
Le zone maggiormente interessate sono Bagnoli e la zona di via Coroglio, i cosiddetti baretti di Chiaia, le varie Piazze del Centro storico, la zona di Via Aniello Falcone del Vomero e Via Ferdinando Russo a Posillipo.
I locali e i baretti di queste zone favoriscono lo sballo di giovani e non, i quali molto spesso si riuniscono in atti vandalici.
In queste zone si è creata una situazione di invivibilità tale da scaturire il fenomeno di desertificazione, ovvero molti abitanti del posto hanno preferito trasferirsi in altre zone per evitare traffico frastuoni, schiamazzi e situazioni di pericolo dovuti all’ammasso di gente sballata. L’invivibilità ha ovviamente influito negativamente anche sulle attività alberghiere.
Giuseppe Stellano, Presidente Adoc Napoli e Campania, è pienamente in sintonia con il Comitato per la Quiete Pubblica.
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