No, nella prossima bolletta elettrica non ci saranno trenta euro o più da versare al posto dei morosi. Sì, ci sarà una socializzazione in bolletta che, secondo quanto affermato da una dirigente dell’Autorità per l’energia alla trasmissione UnoMattina, si può stimare in circa 2 euro, 2 euro e 20 a bolletta. Si sgonfia così la falsa notizia che sta circolando su WhatsApp, in una sorta di catena di Sant’Antonio nella quale si dice che nella prossima bolletta ci saranno da 30 ai 35 euro per coprire i morosi e che invita a non pagare in attesa del Tar.
L’impatto in bolletta della socializzazione degli oneri non riscossi dai distributori presso i venditori operata con la delibera 50/2018 dell’Arera sarà pari a circa il 2% degli oneri complessivi, ha detto la dirigente dell’Autorità Clara Poletti a UnoMattina. “Una quantificazione precisa si avrà solo a settembre in quanto il sistema, a tutela dei consumatori, prevede un processo abbastanza articolato per la quantificazione dei crediti effettivamente recuperabili”. Per l’impatto sui clienti domestici, ha aggiunto la dirigente, “possiamo stimare un aumento su base annua di 2 € o 2,20 €”.
Sulla questione è intervenuta anche l’Enel, che sostiene: “Enel, nel ribadire la propria estraneità alla vicenda, fa presente che nelle bollette attuali e in quelle dei prossimi mesi non risultano voci aggiuntive. Peraltro, in merito a questa vicenda, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) è intervenuta direttamente con un comunicato stampa per spiegare meglio che il provvedimento è esclusivamente finalizzato a reintegrare gli oneri di sistema a seguito del mancato versamento da parte di alcune imprese venditrici e non di altri clienti morosi. Il relativo impatto sulle bollette dei consumatori finali non è ancora stato quantificato da ARERA, ma in ogni caso l’Autorità ha precisato che sarà molto contenuto (all’incirca il 2% degli oneri di sistema, e non certo 35 euro)”.
La questione va avanti da giorni e sta creando preoccupazione preoccupazione fra le associazioni dei consumatori. Cittadinanzattiva oggi chiede che l’Autorità per l’energia dia informazioni chiare e ufficiali. Dopo l’approvazione della delibera si sono infatti diffuse, ricorda Cittadinanzattiva, notizie inesatte sul mancato incasso degli oneri generali di sistema quale appunto quella sui 30 euro in più a carico dei consumatori. “Finora Arera non ha dato informazioni chiare e soltanto stamattina abbiamo appreso, in seguito alla sua partecipazione ad una trasmissione televisiva, che l’aumento medio per i consumatori finali non dovrebbe essere superiore a 2,20 euro annui e che la quantificazione complessiva del fenomeno non potrà avvenire in modo corretto prima del prossimo settembre 2018”, afferma Cittadinanzattiva.
“Facciamo dunque appello all’Arera affinché, in modo formale e comprensibile, vengano fornite tutte le informazioni di dettaglio ad oggi disponibili, incluso il momento preciso a partire dal quale tali costi aggiuntivi verrebbero inseriti in bolletta – dice Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva – Ma soprattutto ci appelliamo al prossimo Governo e Parlamento, a pochi giorni dal momento elettorale, affinché le componenti fiscali o parafiscali, quali gli oneri generali di sistema, siano imputate alla fiscalità generale, e non gravino sulle bollette dei consumatori finali”.
Per Adiconsum serve un incontro con i Consumatori. “Fake news ed iniziative allarmistiche non aiutano a risolvere la questione venutasi a creare a seguito degli oneri di sistema non riscossi dalle agenzie di vendita – afferma Carlo De Masi, presidente di Adiconsum nazionale – È necessario fare chiarezza per non alimentare illusioni nei consumatori. Non è, infatti, la Procura che può risolvere la questione né il Tar, ma un intervento legislativo, come quello delle bollette a 28gg., scaturito dal confronto tra Associazioni Consumatori e Autorità di regolazione per Energia reti e Ambiente, alla quale abbiamo chiesto da subito un incontro. È con l’Arera che vanno chiariti innanzitutto entità economica e numerica, attuale e futura, e definiti i correttivi da mettere in campo per evitare che a pagare siano sempre i consumatori finali e onesti”.
Confconsumatori ha deciso di rivolgersi al Tar. L’associazione prende le distanze dalla fake news sui trenta euro in bolletta ma considera inaccettabile la decisione dell’Autorità per l’energia di attribuire ai consumatori una parte di oneri generali di sistema che alcuni venditori di energia inadempienti non hanno versato ai distributori. “Confconsumatori si opporrà in tutti i modi, anche impugnando davanti al Tar le delibere di Arera già assunte e gli Atti attualmente in consultazione, per contestare quello che ritiene essere un vero e proprio abuso ai danni dei cittadini” dichiara Mara Colla, presidente di Confconsumatori. Per Confconsumatori la decisione di Arera, oltre che inaccettabile come principio, appare infondata. “Arera ha disatteso di fatto la sua funzione di tutela del consumatore finale finendo per favorire le società – ha aggiunto l’avvocato Franco Conte, responsabile settore Energia e Utenze di Confconsumatori – Infatti, le sentenze del Tar e il Consiglio di Stato, a nostro avviso, non hanno in nessun modo sancito la liceità di far ricadere i costi di oneri generali non corrisposti da utenti morosi su altri clienti. Le sentenze stabiliscono solo il principio generale secondo cui “ogni utente nel proprio contratto deve avere la voce oneri generali”, che sono comunque relativi alla singola posizione e alla singola utenza. Mentre, invece, l’Autorità ha ritenuto di dover regolamentare nel senso di “spalmare” il mancato recupero di questi oneri in base al principio solidaristico su tutti i consumatori. Va precisato che i venditori sono società di diritto privato che svolgono una attività imprenditoriale assumendosene anche il relativo rischio”.
FONTE:
http://www.helpconsumatori.it/secondo-piano/oneri-in-bolletta-fake-news-e-una-richiesta-arera-dia-informazioni-chiare/120426